Il Deserto del Sahara da M’hamid. Tour nel Marocco del Sud.

L’impatto con il deserto, quello vero. Il Sahara.

English version.

E’ una di quelle sensazioni difficili da descrivere che si possono solo vivere.

Qui a M’hamid, la porta del deserto dove abbiamo trascorso la notte prima di avventurarci alla volta del deserto del Sahara, sembra davvero di essere in un posto di frontiera.

Il nostro arrivo serale poi, proprio nel corso di una tempesta di sabbia, rende il nostro approccio ancora più surreale.

La kasbah di Sahara Services, posta proprio alle porte del deserto è un luogo rilassante e superorganizzato.

Interamente inserito nell’ambiente grazie al suo stile…

E dotato di tutti i comfort per rendere il soggiorno speciale.

Attenzione e cura ai dettagli. Dalla colazione alla cena.

Come alle sistemazioni esterne, tipiche e particolari.

Il sole cuoce le strade e forse anche un po’ le persone che vivono in questi territori così estremi. I fuoristrada si fermano per gli ultimi controlli e gli ultimi rifornimenti e creano un contrasto molto forte con gli abitanti del luogo.

Qui si vedono i primi cammelli, che poi sono dromedari, e in un attimo, appena fuori dal centro abitato, si è, quasi senza accorgersene, nel deserto.

Il primo approccio con le dune di sabbia è bellissimo e Valeria non smette di urlare, ad ogni sobbalzo, quanto si sta divertendo.

La nostra destinazione è il campo tendato di Sahara Services sulle dune di Erg Chigaga ad alcune ore di fuoristrada da M’hamid.

I chilometri non sono tantissimi, ma ovviamente le velocità del deserto non sono quelle a cui siamo abituati noi.

E’ impressionante come la nostra guida giri, svolti e aggiri le dune più alte per cercare il passaggio migliore.

Sembra inseguire una direzione ben precisa presente solo nella sua mente in questa landa per noi così affascinante ma tutta uguale e senza alcun punto di riferimento.

E noi qui a osservare e fotografare tutto. Letteralmente estasiati da quello che scorre sotto i nostri occhi.

Ad un certo punto così, in mezzo al nulla, due asini. Sapete perchè?

Perchè c’è un pozzo. A pochi metri da questa superficie sabbiosa e pietrosa che pare non aver mai visto l’acqua nel corso dei millenni, c’è un pozzo dove i viandanti si fermano, estraggono l’acqua fresca, bevono e fanno scorte.

La nostra guida, , ci invita a bere ma ci limitiamo – ovviamente – a rinfrescarci, i nostri intestini non sono certo dotati degli idonei anticorpi come i loro.

Sappiamo bene che le bottiglie di plastica della nostra acqua inquinano e anche tanto, che qui, come purtroppo in tantissimi altri paesi del mondo, non esiste praticamente nessuna forma di tutela dell’ambiente, ma l’acqua in bottiglia, per noi turisti, è assolutamente imprescindibile.

L’unica cosa che possiamo fare è riportare i vuoti nei centri abitati, nella speranza (vana?!?) che lo smaltimento sia un po’ più adeguato.

Riprendiamo il viaggio e sono decisamente buffi gli incontri che si fanno qua e là in pieno deserto.

Nel nulla, lontano da qualsiasi forma di quella che noi chiamiamo “civiltà” o almeno centro abitato… Raggiungiamo ben presto l’Oasi Sacra.

Il contrasto di questo verde, di queste palme, di questa vita che una sorgente d’acqua riesce a creare in mezzo a tutta questa sabbia è quello che colpisce di più. Le rane nuotano nella sorgente e scopriamo che il termine “rana” in italiano è praticamente uguale in arabo.

Purtroppo l’oasi non si può visitare in quanto è un insediamento di un popolo nomade che ha eretto altissime mura a difesa e il cancello è completamente sbarrato. Non riusciamo neppure a capire se in questo momento all’interno ci sia qualcuno oppure no.

Siamo ormai in vista delle dune di sabbia che si ergono altissime. La nostra guida mi guarda sorridendo e mi chiede: “Ora siamo nella sabbia soffice, vuoi provare a guidare tu?”

Vi assicuro che non mi sembra vero!

Come ben sapete adoro guidare e adoro farlo in tutte le condizioni più difficili, ma nonostante le mie insistenze di qualche ora prima e soprattutto in considerazione della sua faccia stupita alla mia richiesta di provare a guidare, mai e poi mai avrei creduto che avrebbe lasciato provare un turista e per giunta donna!

Guidare sulla sabbia è davvero… meravigliosoooo!!! Anche se devo ammettere che non è così facile come sembra.

Sarà una questione di latitudini, ma ho fatto molto più in fretta ad imparare a guidare nel ghiaccio della Finlandia. L’auto sbanda in maniera molto irregolare e l’affrontare la più piccola duna di sabbia fa restare col fiato sospeso ogni volta.

Si deve accelerare per salire ma, al momento giusto, e proprio nella definizione di “momento giusto” sta il problema, si deve lasciare per non entrare troppo forte in discesa senza sapere cosa c’è dall’altra parte e non troppo presto per non rischiare di imballare rovinosamente prima di aver raggiunto la sommità della duna.

Rachid è molto paziente, ride sotto i baffi e non si scompone neanche più di tanto quando faccio qualche cavolata. Dopo una mezz’oretta mi sento un’autista provetta ed, esagerando con la mia sicurezza, proprio mentre mia figlia mi urla dal sedile posteriore “Mamma! Ma sai che sei anche brava? Non pensavo proprio!”, cosa faccio? Vado ad insabbiare la nostra jeep.

Mettere le ridotte e provare ad uscire provoca un solo risultato: il fuoristrada è ancora più insabbiato e l’unico movimento che fa è verso il basso. Molto a malincuore guardo sconsolata Rachid e gli dico che è meglio che ci pensi lui. A dire la verità non appare per nulla preoccupato, ma non vorrei mai trovarmi qui, bloccata per alcune ore, con il peso della responsabilità di questa operazione. D’altronde, nella vita, bisogna anche sapersi arrendere! Con un po’ di fatica, ma abbastanza rapidamente, riesce a risolvere la situazione.

Avrei voglia di guidare ancora, ma non mi sembra proprio il caso di chiederlo di nuovo!

In pochi minuti raggiungiamo l’accampamento tendato Sahara Services. Rimaniamo a bocca aperta nel vedere, in mezzo al nulla delle dune, un’organizzazione di questo tipo.

Le tende sono di tipo fisso e ognuna è dotata di bagno privato, pensate che c’è persino il letto in ferro battuto all’interno!

E guardate un po’ il bagno!

Una grossa tenda aperta permette di rilassarsi ammirando le dune e godendo della provvidenziale ombra (fa davvero caldo per noi, anche se per loro è ancora inverno e indossano maglioni pesanti).

Un’altra grossa tenda è dedicata ai pasti. E’ un vero accampamento di lusso.

Ci viene subito servito il whisky berbero: il tè alla menta bollente e Valeria, in un nanosecondo, è già completamente immersa nella sabbia.

Subito di corsa in cima alla duna per rotolarsi completamente.

Il campo ha anche diversi dromedari per le escursioni che vengono prenotati per andare comodamente ad ammirare il tramonto o l’alba dalle dune o addirittura per passare la notte all’aperto sotto il cielo stellato nel nulla più completo, solo stendendo a terra i tappeti.

Un’esperienza meravigliosa che purtroppo non abbiamo avuto il tempo di fare. Un vero peccato.

Un po’ di relax nelle ore più calde e, all’approssimarsi del tramonto, via verso la cima delle dune.

Lo spettacolo che si ammira da quassù è davvero notevole.

La distesa di dune pare quasi infinita, da una parte le montagne con le postazioni militari che delimitano quello che viene definito il “confine conteso” con l’Algeria e dall’altra parte questa distesa di sabbia finissima a perdita d’occhio che al calare del sole assume le colorazioni affascinanti che vanno dal giallo al rosso in tutte le sfumature possibili.

Distesi quassù ad ammirare il panorama potremmo staremmo ore.

Le colorazioni che il paesaggio assume sono incantevoli.

Non appena però il sole cala oltre le dune e l’ombra si impossessa di noi… è sconvolgente come la sensazione di freddo ci assale in un attimo.

Qui nel deserto si soffre il caldo per 12 ore e il freddo per altre 12.

Non c’è mai una via di mezzo che sia realmente piacevole.

Così, abbastanza in fretta, ritorniamo verso il campo. Ma voi lo sapete quanto è bello correre giù dalle dune affondando fino alle ginocchia nella sabbia? Una sensazione assolutamente da provare! Magari non proprio su e giù mille volte come fa lei!

Cala la notte al campo tendato e l’atmosfera in questo luogo da mille e una notte si fa davvero magica.

E’ ovviamente dotato di illuminazione, vengono accese le lanterne e viene nuovamente servito il tè con un’attenzione agli ospiti molto curata.

La cena è squisita come sempre (si mangia proprio bene qui in Marocco) e il dopocena scorre veloce, con il falò acceso in mezzo all’accampamento e il ritmare dei tamburi e delle musiche e dei canti tipici.

E’ davvero un peccato andare a dormire.

Ma sarà solo per poche ore. Non vogliamo certo perderci anche l’alba dalla cima delle dune!

Così, sveglia puntata e via sotto le caldissime coperte di cui sentiamo tanto il bisogno.

Poche ore e un altro giorno si appresta ad arrivare qui, in questo sperduto accampamento. Aiuto! Che faccia!!! Si vede proprio che sono passate solo poche ore!

Fa ancora freddo, la sabbia è gelata, ma lo spettacolo che la natura ci regala con la sua esplosione di colori, così diversa dal tramonto, è sempre meraviglioso.

E nonostante le pochissime ore di sonno… Valeria non ha ancora esaurito le pile! Ma come fa???

Una colazione nuovamente degna di questo lussuosa sistemazione e via, prosegue il nostro tour!

Una pausa per qualche foto senza prospettiva che tanto ci piacciono, sotto gli occhi stupiti e a metà tra lo sbigottito e l’incredulo di Rachid che non credo capisca molto il senso delle nostre foto, e via verso verso il lago Iriki.

Si tratta di una vastissima area asciutta che solo una volta ogni parecchi anni, quando piove, viene allagata e diventa un vero lago. La cosa più interessante è il fenomeno che si crea. All’approssimarsi, in lontananza, si ha la sensazione di un vero e proprio lago con una massa d’acqua enorme.

Valeria non ricorda di aver mai visto un simile effetto e continua a ripetere che la stiamo prendendo in giro e quella è acqua vera. Qui il miraggio di fata Morgana dà veramente la sensazione di trovarsi davanti ad un’enorme massa d’acqua. Quando finalmente, davanti all’evidenza, deve cedere dalle sue convinzioni, ne rimane completamente esterefatta, al punto che nei giorni successivi, ogni volta che vedrà in lontananza un fiume o un lago, la scena sarà sempre uguale: dopo averlo osservato un po’ chiederà tutte le volte dubbiosa “ma quella è acqua vera o no?”.

Ormai non si fida più dei suoi occhi!

Il nostro viaggio che oltre ad essere nello spazio pare anche nel tempo procede velocemente tra scene di vita e paesaggi sempre diversi.

Ecco che velocemente ci ritroviamo ad Ouarzazate dove termina la nostra meravigliosa esperienza con Sahara Services, salutiamo Rachid e… il nostro viaggio riprende, ma solo dopo un po’ di meritato relax!

Ecco il nostro tour completo 2013 che abbiamo fatto in Marocco.

English version.

Per maggiori informazioni:

SAHARA SERVICES

Internet site: www.saharaservices.info

 

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3 risposte a Il Deserto del Sahara da M’hamid. Tour nel Marocco del Sud.

  1. Tiziana scrive:

    Liliana… senza parole! I colori sono senza dubbio la cosa che colpisco subito. La predominanza rosata nella prima parte e i toni ancora più caldi del deserto nella seconda. Un itinerario che vi ha letteralmente trasportato a vivere a stretto contatto con la natura del posto. Fantastico! E poi come rinunciare alla tentazione di mettersi alla guida tra le dune, ti ci vedo proprio :) Bravi ragazzi.

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    • Liliana scrive:

      Grazie Tiziana. Sei sempre gentile.
      Pur non amando i luoghi caldi, ti assicuro che è stata davvero un’esperienza bellissima. In più decisamente lowcost in quanto il Marocco, soprattutto muovendosi da soli è davvero economico, cosa che non guasta mai!

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  2. Pingback: Sahara Desert from M'hamid. Tour in the South of Morocco - Liliana Monticone

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